ICC RULES: NEW EXPEDITED PROCEDURE

Over the past few decades, responding to the need to control the growing costs and time of arbitration proceedings, the International Court of Arbitration of the International Chamber of Commerce (“ICC Court”) has continuously sought to achieve greater efficiency of the ICC arbitration proceedings. On 4 November 2016, in its most recent step of “further increasing the efficiency and transparency of ICC arbitrations,” the ICC Court announced amendments to the ICC Rules of Arbitration (“ICC Rules“). These amendments, coming into force on 1st March 2017, introduce – among others – the rules on expedited procedure (“Expedited Procedure Rules“). On that day the ICC Court joint other leading international arbitral institutions that already introduced similar expedited rules (to name but a few: ICDRSIACHKIACSCCACICADISSwiss Rules).

  1. Former remedies used to reduce time and costs of international commercial arbitrations.

Already in 2001, the ICC Court formed a Task Force (comprised of nearly 60 representatives from different countries), which produced the ICC Court’s Guidelines for Arbitrating Small Claims under the ICC Rules of Arbitration, published in March 2003. The Guidelines are not binding but are often used in practice. Moreover, an accelerated arbitral procedure is not entirely unknown to the users of the ICC Rules, since the parties can always – at least theoretically – use the procedure in an expedited way for mutually agreed fast-track arbitrations. For example, Article 38 (former Article 32) of the ICC Rules expressly encourages the parties to shorten various time limits under the Rules and accordingly expedite the procedure. However, this requires willingness and close cooperation of all parties, either at the time they agree on arbitration or after the dispute has arisen.

  1. When the Expedited Procedure Provisions can apply.

  • When the arbitration agreement was concluded after 1 March 2017; and;
  • when the amount in dispute does not exceed US$2,000,000, and;
  • when the parties have not opted out of the Expedited Procedure Rules in the arbitration agreement or at any time thereafter.

The Expedited Procedure Provisions shall also apply, irrespective of the date of conclusion of the arbitration agreement or the amount in dispute, if the parties have agreed to opt in. Such opt in agreements can be concluded at any time, by virtue of Standard ICC Arbitration clauses.

  1. When the Expedited Procedure Provisions cannot apply.
  • When the arbitration agreement under the Rules was concluded before 1 March 2017;
  • when the parties have agreed to opt out of the Expedited Procedure Provisions; or
  • when the Court, upon the request of a party before the constitution of the arbitral tribunal or on its own motion, determines that it is inappropriate in the circumstances to apply the Expedited Procedure Provisions.
  1. How the arbitrations proceedings are simplified by the introduction of the Expedited Procedure.
  • The Tribunal may (after consultation with the parties) decide the dispute on the documents alone (i.e. without a hearing, document production or the examination of witnesses and experts);
  • The ICC Court may appoint a sole arbitrator within a time limit set by the ICC Secretariat, even if the arbitration agreement provides for a three-member tribunal. On the other hand, ICC Court may appoint three arbitrators if appropriate in the circumstances;
  • The Award must be rendered within six months of the Case Management Conference (unless extended by the ICC Court based on reasoned requests by the Tribunal). However, Awards are still subject to the scrutiny of the ICC Court before publication, which, in practical terms, is likely to mean that the Tribunal will need to conduct the proceedings and finalize the Award in considerably less than six months;
  • The Case Management Conference should be held within 15 days of the date on which the file is sent to the Tribunal;
  • No Terms of Reference need to be established;
  • The parties cannot introduce new claims after the Tribunal’s appointment unless authorized to do so by the Tribunal;
  • A reduced fee scale (set out in Appendix III of the ICC Rules) will apply, which is anticipated to be approximately 20% lower than as is the case for the standard procedure.

These are the most important changes made to the arbitration proceedings by the Expedited Procedure, in line with ICC’s belief that proceedings should be shorter, more efficient and cheaper than if they were conducted under the standard procedure.

Contacts:

Federico Casiraghi, Partner BCMS
f.casiraghi@bcmslaw.it
Martina Patti, Associate BCMS
m.patti@bcmslaw.it

Nutrizione e salute: dal 1 aprile in vigore le nuove sanzioni

In attuazione della delega prevista dall’art. 2 della L. 154/2014 (Legge di delegazione europea 2013), il 17 marzo 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.lgs. 7 febbraio 2017, n. 27 recante la disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al Regolamento (CE) n. 1924/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20/12/2006 (“Regolamento Claims“), relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari.

1. Violazioni in materia di indicazioni nutrizionali e sulla salute.

Il decreto legislativo, in vigore dal 1° aprile 2017, si compone di quindici articoli.
Le sanzioni in esso previste hanno carattere amministrativo pecuniario, salvo che il fatto non costituisca reato (art. 3). Inoltre, in caso di reiterazione specifica delle violazioni indicate dal decreto, è prevista la possibilità di irrogare la sanzione accessoria della sospensione dell’abilitazione all’attività, e ciò per una durata variabile da un minimo di dieci ad un massimo di venti giorni lavorativi (art. 12).
Con riferimento alla gravità della sanzione, invece, si ravvisa una maggiore severità nel caso di violazioni in materia di disposizioni sulle indicazioni sulla salute rispetto alle violazioni inerenti le prescrizioni sulle indicazioni nutrizionali. Di seguito, alcuni esempi:
L’impiego nell’etichettatura, nella presentazione e nella pubblicità degli alimenti di indicazioni nutrizionali o sulla salute che diano adito a dubbi sulla sicurezza o sull’adeguatezza nutrizionale di altri alimenti o che incoraggiano o tollerino il consumo eccessivo di un elemento è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 3.000 ad euro 30.000, se l’indicazione è sulla salute e da euro 2.000 ad euro 20.000, se l’indicazione è nutrizionale (art. 3).
L’apposizione di un’indicazione nutrizionale o sulla salute sulle confezioni di bevande contenenti più dell’1,2% in volume di alcol è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 5.000 ad euro 20.000, se l’indicazione è sulla salute e da euro 3.000 ad euro 10.000, se l’indicazione è nutrizionale (art. 4).
Altri articoli, invece, sanzionano comportamenti irregolari che violano specificamente alcune disposizioni nutrizionali o in materia di salute. Questi alcuni esempi:
Art 7: sanzione amministrativa pecuniaria da € 2.000 a € 16.000 per la mancata apposizione dell’etichettatura nutrizionale degli alimenti per i quali tale etichettatura è richiesta;
Art. 9: sanzione amministrativa pecuniaria da € 3.000 a € 12.000 per l’utilizzo in etichetta di indicazioni nutrizionali comparative;
Art. 10: sanzione amministrativa pecuniaria da € 6.000 a € 24.000 per l’utilizzo in etichetta di indicazioni sulla salute non incluse negli elenchi delle indicazioni autorizzate (per approfondimenti si veda il sito dell’EFSA).

2. Competenza sanzionatoria.

Pur essendo fatte salve le attribuzioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), come previste dal decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 145 e dal Codice del Consumo (art. 1), l’art. 2 del D.lgs. 27/2017 identifica, quali autorità competenti ai fini dell’applicazione del decreto, il Ministero della Salute, le Regioni, le Province autonome di Trento e Bolzano e le aziende sanitarie locali secondo gli ambiti di rispettiva competenza.
Il decreto legislativo disegna un sistema in cui la competenza a reprimere le violazioni del Regolamento Claims spetta dunque ad una pluralità di soggetti, ciò comportando, per gli operatori del settore alimentare, evidenti ricadute in termini di certezza giuridica.
Non chiari appaiono, inoltre, i criteri di riparto della competenza tra le diverse autorità: l’AGCM, infatti, continua ad essere competente della procedura sanzionatoria delle violazioni del Regolamento Claims che integrano pratiche commerciali scorrette o casi di pubblicità ingannevole nei confronti dei consumatori; ciò è quanto emerge non solo dalla lettura dell’art. 2, ma anche dall’analisi dell’art. 3 del D.lgs. 27/2017, contenente la disciplina sanzionatoria per la violazione degli obblighi generali in materia di indicazioni nutrizionali e sulla salute.
La norma, infatti, nel sanzionare le indicazioni di cui all’art. 3, comma 2 lett. b) e c) del Regolamento (indicazioni che danno adito a dubbi sulla sicurezza e/o sull’adeguatezza nutrizionale di altri alimenti e che incoraggiano o tollerano il consumo eccessivo di un alimento) non menziona le indicazioni di cui alla lett. a) (indicazioni false, ambigue e fuorvianti), che restano, pertanto, di competenza dell’AGCM.
Infine, se la presenza, o l’assenza, della caratteristica della decettività dell’indicazione nutrizionale, e/o sulla salute, si conferma essere il criterio discriminante per il riparto della competenza tra AGCM e le altre autorità menzionate all’interno dell’articolo 2, l’applicazione pratica dello stesso non appare altrettanto pacifica. Infatti, molti degli illeciti individuati all’interno del decreto come fattispecie autonome, sono stati valutati in passato come elementi volti a contribuire complessivamente all’ingannevolezza della comunicazione trasmessa al consumatore. Ne consegue che una medesima condotta (es. mancato rispetto delle condizioni per l’utilizzo delle indicazioni sulla salute autorizzate) rischia non solo di essere sanzionata più volte, ma anche di generare decisioni plurime e potenzialmente contrapposte.

Contatti:

Federico Casiraghi, Partner BCMS
f.casiraghi@bcmslaw.it
Martina Patti, Associate BCMS
m.patti@bcmslaw.it